Le variazioni negative della produzione industriale italiana

Nel mese di marzo, secondo le ultime rilevazioni dell’ISTAT, le condizioni della domanda e le misure di contenimento dell’epidemia di COVID-19 hanno determinato un crollo della produzione industriale italiana.

In termini tendenziali l’indice corretto per gli effetti di calendario mostra una diminuzione che è la maggiore della serie storica disponibile (che parte dal 1990), superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009.

Senza precedenti anche la caduta in termini mensili dell’indice destagionalizzato. Variazioni negative si registrano per i beni strumentali (-39,0%), i beni intermedi (-28,7%), i beni di consumo (-26,2%) e l’energia (-10,5%). 

Tutti i principali settori di attività economica registrano variazioni tendenziali negative: nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%) nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%) macchinari e attrezzature (-40,1%), mentre la caduta congiunturale e tendenziale supera ampiamente il 50%.

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Relativamente meno accentuato è il calo nelle industrie alimentari, bevande e tabacco che, considerando la media degli ultimi tre mesi mantengono una dinamica tendenziale positiva (-6,5%).

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