Epatiti virali in diminuzione in Italia: pubblicati i dati della sorveglianza SEIEVA.

Si conferma nel 2021 il trend in diminuzione di tutte le epatiti virali acute A, B e C in Italia. E’ quanto emerge dai dati dell’ultimo bollettino del Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute-SEIEVA, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Nel 2021 sono stati notificati al SEIEVA 126 casi di Epatite A, soprattutto da parte di regioni del centro-nord, quali Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto, rappresentando un lieve incremento dell’incidenza (0,25/100.000) rispetto all’anno precedente (0,19/100.000 nel 2020) e confermando il trend in diminuzione degli ultimi anni dopo l’epidemia del 2017-2018.

Nel corso del 2021 sono stati segnalati anche 89 casi di Epatite B acuta, soprattutto da parte di regioni del centro-nord, quali Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, registrando una lieve diminuzione dell’incidenza (0,18/100.000) rispetto all’anno precedente (0,21/100.000 nel 2020).

LEGGI ANCHE:  “Bonus psicologo 2023”. Domande dal 18 marzo.

Sempre nel 2021 sono stati notificati al SEIEVA 24 nuovi casi di epatite C acuta, con un’incidenza di 0,05 casi per 100.000 abitanti: sebbene sia in lieve aumento rispetto a quella del 2020 (0,04/100.000), in generale si conferma il trend in diminuzione degli ultimi 13 anni.

Se si escludono gli ultimi 2 anni, caratterizzati dall’emergenza pandemica si osserva un progressivo incremento dei casi di epatite E, fino ad un allineamento con i casi segnalati di epatite C. Si evidenzia, oltre all’andamento crescente, un picco epidemico nel 2019, legato a diversi focolai che si sono verificati nelle Regioni Marche, Lazio e Abruzzo e legati al consumo di carni di maiale e cinghiale.

LEGGI ANCHE:  ISS: lo studio sul legame tra virus SARS-CoV-2 e altre patologie.

In tutto il periodo di osservazione gli uomini sono risultati più colpiti rispetto alle donne e, per quanto riguarda le fasce di età, si è evidenziata una maggiore incidenza nei soggetti di sopra i 55 anni, mentre in passato il carico maggiore era rilevato per lo più nelle fasce 25-34 e 35-54 anni di età, maggiormente esposte ai viaggi in aree a maggior rischio.