Diritti dei consumatori e divieto di greenwashing: la nuova proposta della Commissione europea.

La Commissione europea ha proposto oggi l’aggiornamento delle norme dell’UE a tutela dei consumatori per responsabilizzarli nella transizione verde. Grazie alle norme aggiornate i consumatori potranno compiere scelte d’acquisto consapevoli e rispettose dell’ambiente e avranno il diritto di conoscere la durata prevista di un prodotto e come questo può essere riparato, laddove possibile. Inoltre, nelle ambizioni dell’Esecutivo europeo, le norme rafforzeranno la tutela dei consumatori da dichiarazioni ambientali inattendibili o false giacché vietano il “greenwashing” e le pratiche ingannevoli sulla durabilità di un prodotto.

La Commissione, in particolare, propone di modificare la direttiva sui diritti dei consumatori per obbligare i professionisti a informare compiutamente sulla durabilità e la riparabilità dei prodotti. I consumatori devono essere informati della durabilità garantita dei prodotti. Se il produttore di un bene di consumo offre una garanzia commerciale di durabilità superiore a due anni, il venditore deve informarne il consumatore. Per i beni che consumano energia il venditore deve informare i consumatori anche quando il produttore non fornisce informazioni sull’esistenza di una garanzia commerciale di durabilità.

LEGGI ANCHE:  Carte di debito e credito: diminuiscono le frodi in UE.

Il venditore, inoltre, dovrà fornire informazioni sulle riparazioni, come l’indice di riparabilità (se applicabile), o altre informazioni sulla riparazione messe a disposizione dal produttore, come la disponibilità di pezzi di ricambio o un manuale di riparazione. Per i dispositivi intelligenti e i contenuti e servizi digitali il consumatore deve essere informato anche in merito agli aggiornamenti del software forniti dal produttore.

La Commissione vuole apporre modifiche anche alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali. Anzitutto la proposta amplia l’elenco delle caratteristiche del prodotto in merito alle quali il professionista non può ingannare il consumatore per includere l’impatto ambientale o sociale, la durabilità e la riparabilità. Aggiunge inoltre nuove pratiche considerate ingannevoli in base a una valutazione delle circostanze del caso, come la formulazione di una dichiarazione ambientale relativa alle prestazioni ambientali future senza includere impegni e obiettivi chiari, oggettivi e verificabili e senza un sistema di monitoraggio indipendente.

LEGGI ANCHE:  Eurobarometro: per il 66% degli europei il progetto UE offrirà prospettive per i giovani in Europa.

Infine, modifica la direttiva sulle pratiche commerciali sleali aggiungendo nuove pratiche all’attuale elenco di pratiche commerciali sleali vietate, la cosiddetta “lista nera”.

Gli aggiornamenti proposti dalla Commissione mirano ad agevolare l’applicazione delle norme nei casi relativi al greenwashing e all’obsolescenza precoce dei prodotti. Peraltro la garanzia che le dichiarazioni ambientali sono eque permetterà ai consumatori di scegliere prodotti che siano effettivamente migliori per l’ambiente rispetto ai propri concorrenti. Sarà così incoraggiata la concorrenza spingendo verso prodotti più ecosostenibili, con conseguente riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente.

Le proposte della Commissione saranno ora discusse dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Una volta adottate e recepite nella legislazione nazionale degli Stati membri, garantiranno ai consumatori il diritto a rimedi in caso di violazioni, anche attraverso la procedura di ricorso collettivo di cui alla direttiva relativa alle azioni rappresentative.

LEGGI ANCHE:  Vaccino contro il Covid-19. La Commissione termina i colloqui esplorativi con i produttori.