Ucraina. In Emilia-Romagna arrivati 7000 profughi.
Sono 7.004 i profughi in fuga dall’Ucraina arrivati sinora in Emilia-Romagna, di cui 3.715 adulti e 3.289 minori. Ad accoglierli c’è tutto il sistema regionale, in continuo raccordo con il Commissario delegato per l’emergenza, a partire dalle Prefetture, cui spetta il compito di svolgere le procedure necessarie, fin dalle operazioni anagrafiche. Insieme ai Comuni e alle amministrazioni locali, le Prefetture si occupano inoltre di reperire le collocazioni di prima accoglienza mediante la rete dei centri Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e la rete Sai (Sistema accoglienza e integrazione).
Al momento sono 440 le persone accolte nella rete Cas (dati dalle Prefetture aggiornati a oggi, venerdì 11 marzo). La gran maggioranza ha invece trovato ospitalità presso parenti e associazioni di volontariato.
Come previsto da un decreto del presidente Bonaccini, in veste di Commissario delegato per l’emergenza, si stanno sottoscrivendo convenzioni con le associazioni di categoria degli albergatori per mettere a disposizione posti letto in strutture alberghiere o gestite dal volontariato, da attivare se i posti disponibili nei Cas e nella rete Sai non fossero più sufficienti.
Anche in Emilia-Romagna, inoltre, il ministero dell’Interno ha avviato il censimento degli immobili confiscati per metterli a disposizione dell’emergenza profughi dall’Ucraina.
Nella provincia di Bologna gli arrivi finora sono stati 1.199 (di cui 693 adulti e 506 minori), 263 le persone accolte nei Cas. A Ferrara sono 584 (di cui 274 adulti e 310 minori), 15 le presenze nei Cas. In provincia di Forlì-Cesena le persone giunte finora sono 290 (di cui 167 adulti e 123 minori); a Modena sono 1.015 (di cui 495 adulti e 520 minori), 5 nei Cas; a Parma 294 (di cui 142 adulti e 152 minori). A Piacenza sono 589 attualmente i profughi (di cui 328 adulti e 261 minori), 9 le presenze nella rete Cas. A Ravenna risultano 430 le persone giunte finora (di cui 226 adulti e 204 minori), 21 accolte nei Cas. Reggio Emilia conta 1.219 arrivi complessivi (668 adulti e 551 minori), 80 le presenze nei Cas. A Rimini, infine, le persone giunte sono 1.384 (722 adulti e 662 minori), di cui 47 alloggiate nei Cas.
Negli hub vaccinali e nelle altre strutture presenti sul territorio, entro 48 dall’arrivo, ai profughi viene fatto il tampone Covid e garantita la somministrazione del vaccino (prima, seconda o terza dose). La vaccinazione è su base volontaria per le persone con meno di 50 anni, mentre è obbligatoria per gli over 50. Sono assicurate, inoltre, sempre su base volontaria, altre vaccinazioni contro le malattie di cui si conosce l’esistenza di focolai in Ucraina (difterite, tetano e pertosse).
Le persone risultate positive al Sars-Cov-2 vengono poste in isolamento nelle strutture dedicate; gli asintomatici o – paucisintomatici – non in grado di restare in isolamento presso l’alloggio a cui sono stati destinati, per esempio quelli collocati nei Cas, saranno ospitati nei Covid hotel fino alla negativizzazione.
Nel frattempo, l’Emilia-Romagna ha già inviato in Ucraina farmaci per un valore di 80mila euro ed è pronta a rispondere ad altre richieste.
La rete ospedaliera regionale è inoltre pronta ad accogliere quei pazienti oggi ricoverati presso strutture ucraine per cui si dovesse rendere necessario il trasferimento nella nostra regione, con il coordinamento della Protezione civile.
Per quanto riguarda l’accoglienza ai bambini colpiti da malattie oncoematologiche, il sistema sanitario regionale, su proposta della Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica (Aieop) e dell’Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica (Ageop), ha predisposto un piano che mette a disposizione 20 posti letto, più eventualmente altri cinque di Day hospital, nei reparti di oncoematologia pediatrica delle strutture ospedaliere regionali. La rete di aiuto conta 5 posti presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, altri 5 presso l’Azienda ospedaliera di Parma supportata da Reggio Emilia, 5 anche in quella di Modena, 2 a Ferrara e 3 a Rimini. La Regione è comunque pronta a rispondere ad altre necessità che dovessero essere segnalate dalla Protezione civile e dalle associazioni umanitarie.
La Regione, infine, in collaborazione con le Ausl e le associazioni di psicologi, ha messo a punto un piano di supporto psicologico, con il coinvolgimento di circa 150 specialisti. Di questi almeno 50 lavorano per il servizio sanitario regionale, gli altri a favore di associazioni o enti.
L’inserimento dei minori nelle strutture scolastiche della Regione dovrà innanzitutto prevedere a monte il censimento da parte delle Prefetture, per il tramite delle Questure, dei minori presenti nelle singole province. Il tutto in stretto coordinamento con l’Ufficio scolastico regionale che avrà il ruolo, d’intesa con i Comuni e gli enti locali, di definire le scuole di potenziale inserimento dei minori fino a 18 anni, il più possibile in prossimità della residenza temporanea.
In attesa di eventuali ulteriori indicazioni da parte del Governo, la frequenza nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado è comunque subordinata al rispetto di quanto prevede la normativa nazionale e regionale in ambito sanitario.
In particolare, dopo che i bambini e ragazzi provenienti dall’Ucraina avranno ricevuto le vaccinazioni previste, saranno individuate le scuole di potenziale inserimento presso gli istituti scolastici in base all’età.
Le scuole potranno poi attivare il supporto psicologico e quello linguistico. Per questo aspetto, il ministero dell’Istruzione ha già provveduto ad un primo stanziamento di 1 milione di euro a livello nazionale.