I professionisti chiedono aiuto alla Regione
“Un intervento in cinque punti per sostenere chi è maggiormente in difficoltà”. Questa la richiesta inviata al presidente Solinas e agli assessori Fasolino e Zedda dai rappresentanti di Confprofessioni Sardegna, Confederazione Associazioni Professionali, Colap e Acta.
Le proposte riguardano cinque linee di intervento: un contributo agli affitti, un sostegno al reddito, un sostegno agli investimenti in strumenti “smart”, un contributo per le professioniste e le lavoratrici autonome per un incremento del lavoro di cura, e la copertura degli oneri finanziari afferenti gli strumenti del Decreto Liquidità.
Nella lettera le quattro associazioni pongono la necessità di supportare, oltre a lavoratori dipendenti e imprese, anche gli oltre 28 mila professionisti che operano sul territorio. Un settore che in Sardegna rappresenta più del 14 per cento del Pil e che risulta tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria Covid 19, praticamente nell’impossibilità di lavorare proficuamente.
Per quanto riguarda gli affitti, i provvedimenti nazionali ad oggi hanno escluso dal contributo gli studi professionali. La Regione Sardegna, che ha già stanziato 5 milioni di euro per il contributo affitti alle famiglie, potrebbe provvedere nei confronti dei professionisti con una apposita misura.
“È inoltre necessario che venga varato uno strumento di sostegno al reddito” si legge nella lettera, “che preveda un contributo a fondo perduto per i professionisti quale sostegno al reddito della fascia più debole (compensi inferiori a 35 mila euro). Già altre Regioni come la Campania hanno previsto un “Bonus Professionisti/Lavoratori Autonomi” una tantum di mille euro, e in Consiglio regionale è depositata una articolata proposta di legge per l’utilizzo a tal fine delle risorse disponibili sui fondi Fesr 2014/2020 immediatamente utilizzabili”.
Secondo i rappresentanti dei professionisti, “occorre ideare uno strumento che risponda prontamente alle nuove modalità di organizzazione del lavoro di smart working imposte dall’emergenza sanitaria per tutti quei professionisti e free lance che devono e dovranno lavorare dalle proprie abitazioni, limitando al massimo i propri spostamenti. Per questo si propone di varare un bando che contempli il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di materiale informatico, hardware e software, volto a consentire prestazioni di servizi in remoto”.
Le ultime due misure riguardano un contributo per le professioniste e le lavoratrici autonome per un incremento del lavoro di cura, e la copertura degli oneri finanziari afferenti gli strumenti del Decreto Liquidità.
Con la prima si vogliono sostenere le donne lavoratrici che trovano in questo periodo contingente a caricarsi un surplus di lavoro domestico e di cura, ovviamente non retribuito e che, contestualmente, diminuisce o azzera le possibilità di produrre reddito con il lavoro ordinario. Per questo le quattro sigle chiedono di prevedere nell’immediato un sostegno economico“ a sportello” destinato alle professioniste/autonome con figli entro i 15 anni, che ricompensi l’enorme sforzo di lavoro di cura loro richiesto in questo periodo e fino alla riapertura delle scuole, attingendo a fondi del Fondo Sociale Europeo destinati alla conciliazione e non ancora utilizzati ovvero a risorse proprie della Regione.
Infine, se il punto di forza delle misure messe in atto dal Governo è la capacità di mobilitare ingenti risorse attraverso lo strumento della garanzia, per le quattro sigle “il punto di debolezza è costituito dall’onerosità dei finanziamenti, che dovranno sopportare i normali tassi praticati sul mercato, seppur mitigati dalla presenza della garanzia. Per questo motivo si propone di impegnare parte delle risorse afferenti i fondi strutturali europei per la copertura degli oneri finanziari sopportati da imprese e professionisti che accederanno al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese”.