Attivata l’Area grigi per i pazienti sospetti Covid-19

Si chiama “area grigi” ed è la zona di degenza dei pazienti sospetti Covid-19 che non sono stati ancora biologicamente confermati. È stata attivata nei giorni scorsi al secondo piano della palazzina di Malattie infettive. L’obiettivo, con questa apertura, è garantire cure immediate ai pazienti e, al tempo stesso, sottoporli a ulteriori accertamenti che consentano di definire l’eziologia della loro malattia. Un’operazione che consente la minor circolazione possibile di degenti potenzialmente infettanti nei reparti degli ospedali.

Questi pazienti vengono ora ospitati all’interno della Clinica Malattie Infettive, dove sono stati messi a disposizione 10 posti letto in stanze singole, con anche una postazione per paziente critico. Qui vengono ospitati quei pazienti che arrivano dal pre-triage del Pronto Soccorso o da un reparto Covid free e vengono considerati casi sospetti. Da qui, se appurata la positività o la negatività al Covid 19, i pazienti vengono indirizzati nei reparti adeguati.

LEGGI ANCHE:  Covid-19: 5 decessi nell'ultima giornata.

E così se positivi, in base allo stadio clinico della loro malattia, i pazienti vengono gestiti o nei due reparti Covid Aou (Malattie infettive o Rianimazione) oppure indirizzati nelle strutture di supporto esterno (Policlinico e Mater Olbia). Quindi se negativi potranno essere trasferiti nei reparti adeguati alla loro patologia.

Aou Sassari«L’apertura di questo nuovo reparto – afferma il direttore della Clinica Malattie Infettive, professor Sergio Babudieri – rappresenta la soluzione all’esigenza di ridurre al massimo la possibilità di trasmissione del Coronavirus all’interno degli altri reparti dell’ospedale. Una sorta di area protetta che ci consente di assistere i pazienti da subito e in maniera adeguata, nell’attesa di capire con ulteriori accertamenti biologici la causa reale della malattia».

LEGGI ANCHE:  A Sassari l’Open day della Salute mentale, Aou Sassari: "I giovani possono essere i soggetti maggiormente a rischio".

«Questo percorso – spiega il commissario dell’Aou Giovanni Maria Soro – può rappresentare il primo passo verso la ripresa dei livelli di attività programmate in modo sicuro e protetto, così da dare risposte ai bisogni della popolazione».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *