S&D e Verdi: “In Libia, crimini di guerra e violenze sui migranti”.

Il 4 ottobre 2021 la missione indipendente di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite sulla Libia ha pubblicato una relazione in cui afferma che vi sono ragionevoli motivi di ritenere che in Libia siano stati commessi crimini di guerra, tra l’altro a causa delle violenze perpetrate contro i migranti.

“Le indagini – ricordano i firmatari dell’interrogazione parlamentare* -, indicano che attori statali e non statali hanno commesso violazioni su vasta scala nei confronti dei migranti, con un elevato livello di organizzazione e con l’incoraggiamento dello Stato, il che fa pensare a crimini contro l’umanità. Inoltre, la relazione conclude che la Libia non ha adottato alcuna misura per garantire la sicurezza degli sfollati interni e il loro ritorno ai rispettivi luoghi di origine, in violazione degli obblighi che le incombono in virtù del diritto internazionale”.

Fatti di rilevante gravità sui quali la Commissione europea dovrebbe intervenire, partendo proprio dalla revisione del pacchetto dei finanziamenti europei destinati alle autorità libiche. Risorse che dovrebbero prevenire la perdita di vite
umane nel Mediterraneo, contrastare le reti del traffico di migranti e della tratta di esseri umani, nonché indirizzare le istituzioni libiche competenti a garantire il rispetto della dignità delle persone più vulnerabili e mettere in campo indagini approfondite sui casi di violenza.

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Recentemente il commissario europeo Olivér Várhelyi a nome della Commissione ha ricordato che “la posizione dell’UE relativa alle segnalazioni di violazioni dei diritti umani nei confronti di migranti e rifugiati in Libia è chiara: tali violazioni sono inaccettabili e l’Unione europea le condanna con la massima fermezza. Si deve porre fine all’attuale sistema di detenzione arbitraria e alle condizioni disumane dei centri di trattenimento; l’UE – prosegue – ha esortato le autorità
libiche a provvedere in tal senso. Nel contempo, l’Unione europea collabora con le agenzie delle Nazioni Unite e le ONG internazionali al fine di fornire protezione e promuovere alternative alla detenzione, nonché istituire spazi sicuri per rispondere alle esigenze delle persone più vulnerabili”.

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L’esponente della Commissione von der Leyen ha poi risposto ai firmatari dell’interrogazione confermando che “la Commissione non svolge alcun ruolo operativo nel coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso – di competenza delle autorità nazionali -, né nell’assegnazione di un luogo per lo sbarco” e che “nel quadro del patto sulla migrazione e l’asilo, la Commissione ha istituito il gruppo di contatto europeo in materia di ricerca e soccorso, volto a contribuire allo sviluppo di un’intesa e di pratiche comuni”.

*Domènec Ruiz Devesa (S&D), Juan Fernando López Aguilar (S&D), Javier Moreno Sánchez (S&D), Dietmar Köster (S&D), Thijs Reuten (S&D), Pietro Bartolo (S&D), Cyrus Engerer (S&D), Konstantinos Arvanitis (The Left), Raphaël Glucksmann (S&D), Pierfrancesco Majorino (S&D), Giuliano Pisapia (S&D), Elisabetta Gualmini (S&D), Margarida Marques (S&D), Evin Incir (S&D), Andreas Schieder (S&D), Isabel Santos (S&D), Aurore Lalucq (S&D), Alessandra Moretti (S&D), Andrea Cozzolino (S&D), Tanja Fajon (S&D), Bettina Vollath (S&D), Viola Von Cramon-Taubadel (Verts/ALE), Pina Picierno (S&D), Brando Benifei (S&D), Margrete Auken (Verts/ALE), Eric Andrieu (S&D), Isabel Carvalhais (S&D), Hannes Heide (S&D), César Luena (S&D), Yannick Jadot (Verts/ALE), Demetris Papadakis (S&D), Sirpa Pietikäinen (PPE), Dimitrios Papadimoulis (The Left), Elżbieta Kruk (ECR), Salima Yenbou (Verts/ALE), Ernest Urtasun (Verts/ALE), Pascal Durand (Renew), Maria Arena (S&D), Alviina Alametsä (Verts/ALE), Eugenia Rodríguez Palop (The Left), Ignazio Corrao (Verts/ALE), Sylvie Guillaume (S&D).

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foto Lukasz Kobus, Copyright EP 2021