Arrestato tunisino membro di una cellula dell’ISIS. Assessore Roberti: “Riprendere immediatamente le riammissioni in Slovenia”.

La Polizia di Stato ha tratto in arresto un  cittadino tunisino di 25 anni, raggiunto da un mandato di cattura internazionale ai fini estradizionali emesso dal Tribunale di Tunisi per “partecipazione ad associazione terroristica e atti di terrorismo”.

L’arresto è stato eseguito dai poliziotti della Digos di Venezia e Gorizia, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

Sull’arresto del militante dell’ISIS è intervenuto il consigliere regionale del gruppo Lega, Diego Bernardis, esprimendo “profonda preoccupazione per la facilità con cui questi pericolosi criminali continuano a entrare in Italia e ad arrivare sul nostro territorio. In questo caso è andata bene, perché il terrorista era già rinchiuso presso il Cpr, ma cosa sarebbe accaduto se fosse stato libero di aggirarsi per il nostro Paese?”.

Diego Bernardis (Lega)

“Da tempo – continua Bernardis – sollecitiamo il Governo, affinché preveda maggiori controlli ai confini e politiche più rigorose in materia di immigrazione. Purtroppo, però, i nostri appelli restano inascoltati dal ministro degli Interni, Luciana Lamorgese”.

LEGGI ANCHE:  Evasione, scoperti oltre 324mila canoni di locazione non dichiarati nel Sud Sardegna.

Per l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, invece è necessario riprendere immediatamente le riammissioni in Slovenia “per bloccare tutti i flussi di clandestini che, come dimostrato da quanto avvenuto oggi, possono essere facili canali di ingresso per terroristi o aspiranti tali in Italia e in Europa”.

“Quanto avvenuto deve fungere da invito per il Governo a riflettere sull’aumento dei giorni di permanenza nei centri per il rimpatrio, riportandoli a quanto originariamente previsto dai decreti sicurezza Salvini – ha detto Roberti -. Serve inoltre un ampliamento delle funzionalità, del numero di posti, del personale operante nelle strutture e anche un potenziamento dell’organico degli Ufficio del Giudice di pace per gestire i ricorsi presentati contro i rimpatri ed evitare che questi possano essere bloccati a causa del superamento dei tempi di decorrenza dei provvedimenti previsti dalla legge”.

LEGGI ANCHE:  Il Pnrr non rispetta i criteri per l'inclusione di giovani e donne.