“Chiaroscuro”, il nuovo disco di Mauro Mulas.
Esce ufficialmente Chiaroscuro, il nuovo lavoro del pianista e compositore nuorese Mauro Mulas. Il disco raccoglie undici tra i brani più rappresentativi nel repertorio di Mulas, vere e proprie fotografie musicali, che si succedono delicatamente come le pagine di un album denso di ricordi.
“Chiaroscuro – racconta Mauro Mulas – nasce dal desiderio di sviluppare un disco nella classica formazione in trio, rigorosamente con il pianoforte acustico, e la scelta dei musicisti dettata dall’interplay. L’idea di partenza è stata quella di attingere i brani da una cartella in cui ho sempre archiviato le musiche che saltuariamente mi è capitato, nell’arco di una ventina d’anni, di scrivere e mettere da parte, per scegliere le composizioni che poi avremo elaborato per il progetto. Alla lettura dei materiali ho provato lo stesso effetto che si prova quando si guarda un vecchio album di fotografie, che fa riaffiorare ricordi e sensazioni ormai assopite, ma che permette al tempo stesso di guardare al passato in un’ottica differente e più consapevole, per via di tutte le esperienze di vita che nel frattempo sono state vissute”.
Hanno affiancato Mulas nel lavoro in studio il contrabbassista Alessandro Atzori e il batterista Pierpaolo Frailis, rodati compagni di viaggio con i quali l’autore condivide da anni svariati progetti e palcoscenici, e con cui nel tempo ha sviluppato una rara e profonda complicità artistica.
“Chiaroscuro” è un viaggio musicale attraverso undici brani che ripercorrono alcune fondamentali tappe nel cammino di Mauro Mulas. Il disco si apre con “Un giorno ancora”, composizione ispirata a un walzer di Chopin, prendendone a tratti l’andamento ritmico e il gusto melodico, con ritmi e sapori “afro” tipici del jazz, spaziando tra il tango e la naturale improvvisazione. Agitazione è il secondo brano, un racconto che condensa lo stato di agitazione, di adrenalina ed eccitazione che si prova poco prima di salire su un palcoscenico importante, di fronte al pubblico attento e avvolgente. Grey nasce in una giornata grigia e piovosa di primavera, ed è caratterizzato da una metrica in cinque quarti e dalle sonorità cupe che si aprono con delicatezza. Il brano vuole essere anche omaggio al compianto contrabbassista Piero Di Rienzo, recentemente scomparso. Proprio Di Rienzo una volta, dopo un concerto, si avvicinò a salutare Mulas, con garbo ed eleganza, complimentandosi per questa delicata composizione. Bobcat è di recente composizione, e si caratterizza per un semplicissimo tema dominato da tipici elementi appartenenti al groove-funk. Equilibrio Precario è stata scritta in un momento di umore altalenante, ricco di sentimenti e sensazioni contrastanti. Un brano che omaggia l’imprevedibilità della vita. Milonga è indubbiamente il brano più datato del disco, e risale alla seconda metà degli anni ’90, periodo di studio nel quale Mulas decise di approfondire lo studio e l’analisi del tango argentino. Trash Blues è dedicato a un certo pubblico che spesso frequenta i concerti, quello con un atteggiamento all’apparenza snob e poco incline alle esigenze dei musicisti impegnati sul palcoscenico. Ballad fa parte di una suite scritta nel febbraio del 2006 in un momento drammatico nella vita dell’autore; una composizione nata per rendere omaggio all’amata madre, scomparsa proprio in quella annata. Chiaroscuro propone delle sonorità distese e aperte, che contrastano con altre più cupe e un ostinato ritmico piuttosto vincolante. Vertical è stata scritta intorno al 2014 con l’obiettivo di creare un brano che focalizzasse l’interesse sugli accordi, privilegiando la parte armonica (gli accordi esplicano una visione verticale della musica, mentre la melodia una visione orizzontale). Il senso della vita nasce nel 2015 e spinge la ricerca verso la comprensione del senso della vita, un brano inizialmente accantonato e riscoperto quasi per caso, testimonianza che a volte certe cose arrivano senza un vero motivo, e anche se possono sembrare insignificanti, possono avere la forza di dare un senso reale al nostro vissuto, a volte stravolgendolo e cambiandone la direzione.
foto Sara Deidda