Cassazione, Popolo della Famiglia: “Di madre ce n’è una sola”

I bimbi nati in Italia, ma concepiti all’estero con la procreazione medicalmente assistita da parte di una coppia di due donne, una delle quali porta avanti la gravidanza, possono avere una sola mamma che li riconosce, cioè la donna che partorisce. La partner, al contrario, non può essere riconosciuta come genitore allo stato anagrafico. A deciderlo è stata la Cassazione che, con la sentenza 7668, ha respinto il ricorso di una coppia di donne del Veneto, sposate in unione civile. Le due volevano essere entrambe dichiarate mamme della piccola nata a Treviso, ma con inseminazione effettuata all’estero.

Il Popolo della Famiglia plaude alla decisione della Cassazione avversa alle “due madri” e lo fa attraverso le parole del presidente nazionale Mario Adinolfi che, riferendosi alla sentenza ha dichiarato “Di mamma ce n’è una sola!”. Lo stesso Adinolfi, sul suo profilo Facebook, ha aggiunto: “Oggi sono molto contento per la sentenza della Cassazione che
certifica dopo la Costituzione, la Corte Costituzionale, la legge ordinaria e persino la legge Cirinnà che famiglia è ciò che parte dalla relazione uomo-donna, che l’omogenitorialità non esiste e che i figli, vivaddio, hanno un padre e una madre. Non due padri, non due madri. E tutto questo lo abbiamo ottenuto lottando, non sarebbe accaduto senza la lotta”.

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“Dopo questa sentenza – per il Popolo della Famiglia Sardegna –  come movimento politico nato per sostenere e salvaguardare la famiglia, ci aspettiamo che anche l’Anagrafe del comune di Sassari, l’unica ad aver iscritto una bimba nata dalla fecondazione assistita avvenuta in Spagna, provveda all’immediata cancellazione della trascrizione dal forte carattere ideologico e ridoni, finalmente, a quella bimba il piacere di poter annunciare di essere nata da una mamma e un papà”.

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