Stato dell’Unione, Ursula von der Leyen: “2022 Anno europeo dei giovani”.

La Presidente Ursula von der Leyen ha pronunciato oggi il suo secondo discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo. La Presidente nel corso del suo interveno, ha posto l’accento sulla ripresa dell’Europa dalla crisi Covid-19 e sulle azioni previste per la ripresa, a partire dalla sanità, tecnologia, difesa dell’Unione e sanità.

La Presidente von der Leyen, in particolare, ha descritto come l’Europa possa garantire una ripresa duratura preparandosi ad affrontare le future crisi sanitarie, grazie all’autorità HERA, sostenendo la vaccinazione in tutto il mondo e assicurando una ripresa economica solida e vantaggiosa per tutti.

Ursula von der Leyen, foto Daina LE LARDIC
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In evidenza, anche il dovere dell’Europa per la difesa della libertà dei media, dei cittadini più vulnerabili e – aspetto più controverso, viste le reiterate violazioni da parte dell’Ungheria, Polonia e Romania – dello Stato di diritto e della valorizzare i giovani, per i quali ha proposto di proclamare il 2022 come l’Anno europeo dei giovani.

Una iniziativa che non può che far sorridere eufemisticamente parlando, alla luce dell’autoreferenzialità delle misure contenute nel PNRR Italiano (presentato entusiasticamente dalla stessa Presidente unitamente al Presidente Mario Draghi), nonché dell’assenza di politiche giovanili di qualità e, infine, della scarsa accessibilità ai programmi per i giovani quali Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà.

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Discorso proseguito poi sulla questione afgana. Di fronte ai recenti sviluppi in Afghanistan, la Presidente ha annunciato un aumento degli aiuti umanitari agli afghani, sottolineando, infine, l’importanza di sviluppare le capacità di difesa dell’Europa.

Nel corso della presentazione sono intervenuti i capigruppo del Parlamento europeo. Per Manfred Weber del PPE “l’Europa ha urgente bisogno di creare nuovi posti di lavoro, anche nel settore sanitario dove l’UE è leader con i vaccini anti Covid” ed è necessario un piano per ridurre la burocrazia e rafforzare la difesa europea.

Iratxe Garc’a Pérez di S&D, invece, ha dato una valutazione positiva della lotta dell’UE contro la pandemia e le sue conseguenze, affermando che “il 70% della popolazione è vaccinata, la libertà di movimento è di nuovo realtà e i fondi di Next Generation UE sono già stati convogliati”.

Il capogruppo di Renew Europe, Dacian CIOLOŞ ha poi lamentato come la Commissione si sia impegnata, troppo spesso, nella diplomazia con il Consiglio invece di dedicarsi alla definizione delle politiche con il PE. Sottolineando che i valori europei sono le fondamenta della nostra Unione, ha esortato la Commissione a iniziare a utilizzare il meccanismo di condizionalità istituito per proteggere il bilancio dell’UE dalle violazioni dello Stato di diritto – in vigore da quasi un anno ma mai applicato – per fermare il finanziamento di movimenti illiberali in molte parti d’Europa nelle quali l’indipendenza giudiziaria viene erosa, i giornalisti assassinati e le minoranze discriminate.

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Maggiori azioni sul clima sono state chieste da Philippe Lamberts dei Verdi/ALE: “E’ ora di applicare gli obiettivi olimpici ai nostri sforzi per salvare il pianeta”. Sulla politica estera, ha affermato che solo condividendo la sovranità l’UE potrebbe diventare un “peso massimo” e che “la ‘Fortezza Europa’ non sarà mai un attore geopolitico rispettato”. Infine, si è rammaricato del fatto che la principale preoccupazione dei Paesi UE sull’Afghanistan sia quella di evitare che qualsiasi afgano metta piede sul territorio europeo.

Secondo Jörg Meuthen di Identità e Democrazia, i cittadini europei non hanno bisogno di “discorsi fioriti” ma vogliono solo “essere lasciati in pace”. Ha poi criticato le “spese massicce” della Commissione per il Green Deal, il Fondo di ripresa e “Fit for 55”, che, alla fine, saranno pagate dai cittadini. Ha infine sottolineato la crescente burocrazia e deplorato la transizione verso l’energia verde, chiedendo più energia nucleare.

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Per l’italiano Raffaele Fitto dei Conservatori e Riformisti europei “le risorse del Next Generation da sole non bastano” e ha chiesto una riforma del Patto di stabilità, delle modifiche sulle regole relative agli aiuti di stato e una politica commerciale più autonoma. Ha poi aggiunto che “la transizione ambientale non può essere affrontata senza tenere in considerazione cosa accade nel mondo e, soprattutto, l’impatto sul nostro sistema produttivo perché altrimenti rischieremmo di fare un danno”. Infine, sul tema dello Stato di diritto ha affermato che “ciò che sta accadendo in Polonia è frutto di imposizione politica di una maggioranza che non rispetta le competenze dei singoli stati”.

Critico anche Martin Schirdewan de “La Sinistra” per il quale “Ursula von der Leyen si è lodata ma non ha fornito alcuna risposta ai problemi attuali”. Ha poi chiesto che la protezione dei brevetti sui vaccini sia rimossa e ha sottolineato come i 10 miliardari più ricchi d’Europa abbiano ulteriormente aumentato le loro fortune durante la pandemia, mentre un bambino su cinque nell’UE cresce in povertà o a rischio di povertà.

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