Oristano, dal 17 luglio la mostra retrospettiva commemorativa di Carlo Contini.

In occasione dei 50 anni dalla morte del grande pittore oristanese Carlo Contini, il Comune e la Fondazione di Oristano hanno, sabato 17 luglio alle 19, inaugureranno nella Pinacoteca Contini, la mostra “L’origine è la meta”.

Fino al 9 gennaio 2022 saranno una novantina le opere in esposizione che raccontano un percorso artistico straordinario, che ha fatto di Carlo Contini una delle figure più complesse e significative della pittura sarda e nazionale del XX secolo.

“È un grande evento per la città che rende omaggio a uno dei suoi figli più illustri – ha detto il Sindaco Andrea Lutzu nella conferenza stampa di presentazione – Carlo Contini, con la sua arte, ha dato tanto a Oristano. Ci ha lasciato in eredità un immenso patrimonio culturale che la città e l’istituzione comunale custodiscono con cura e con passione vogliono promuovere”.

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Le opere in mostra, provenienti da collazioni pubbliche e private, documentano i vari e spesso imprevedibili momenti del talento pittorico di Contini, un artista che come già si intuisce dal titolo della mostra – L’origine è la meta – ha sempre attinto alle proprie origini culturali e al folklore per procedere verso espressioni tra le più avanzate dell’arte contemporanea. Ed è appunto questa concomitanza di tradizione e attualità, dove le suggestioni etniche e le radici contengono come in un seme forme più vicine al sentire estetico del nostro tempo, che ha permesso al curatore di occuparsi per la terza volta dell’opera di Contini.

Attraverso un ricco repertorio pittorico che dal figurativo si orienta gradualmente verso l’informale, la mostra intende evidenziare come in arte le categorie e le formule siano spesso pure convenzioni ideologiche.

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“Siamo veramente contenti e commossi che si sia riusciti a organizzare questa mostra – ha detto Carla Contini concludendo la conferenza stampa – Uno degli obiettivi che con mio fratello Valerio ci siamo posti era quello di riportare nostro padre a casa perché, nonostante abbia girato il mondo, questa era la sua casa”.