“Sulle tracce di Clemente”. Apre la mostra di Antonio Marras.
Una mostra progettata da Antonio Marras anticipa l’apertura della Sezione Etnografica del Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari. Da oggi e per i prossimi 12 mesi, l’esposizione occuperà lo spazio del Padiglione Clemente con una selezione dell’immenso patrimonio etnografico (abiti, vestiti, gioielli, manufatti artistici) del Museo insieme a reperti archeologici e a testimonianze di arte moderna e contemporanea, con l’ambizione di creare un rapporto di compresenza tra origini antiche, tradizione e attualità, tra memoria e presente.
“Per la mostra ci siamo avvalsi della collaborazione del noto stilista Antonio Marras, progettista e ideatore di un nuovo modo di interpretare il percorso espositivo. Un lavoro, quello di Marras, che si presenta come una lettura originale dei reperti e degli oggetti, i quali, in un allestimento di grande impatto emotivo, rivivono una nuova contemporaneità” spiega Francesco Muscolino, Direttore della Direzione regionale Musei Sardegna.
Una mostra il cui leit motiv è rappresentato dalla mescolanza di elementi, come ricordato dallo stilista Antonio Marras: “Influssi mediterranei, fenici, punici, bizantini, arabi, catalani, spagnoli, francesi ecc. ci fanno essere quelli che siamo, nella lingua, nei pensieri e nel vestire. Il costume sardo affascinò e affascina per la straordinaria varietà, per gli elementi strutturali, decorativi, cromatici e per il suo significato di identificazione etnica. La nostra attività – prosegue – si svolge nell’Isola dove sono nato e cresciuto. Un miscuglio di lingue, culture, storie, tradizioni, usanze, pensieri, contaminazioni, stratificazioni, la rendono così particolare. La scienza e la tecnologia hanno abbattuto confini, frantumato barriere, accostato e mescolato popoli e continenti e difficilmente, oggi, un gruppo o popolo o etnia sceglie di vivere nel proprio isolamento. Anzi, il confronto/scontro con gli altri è il tratto caratterizzante del nostro tempo: la storia di gruppi, popoli, etnie si intreccia con altre storie e diventa sempre più complessa”, conclude Marras.
foto Daniela Zedda