“Novecento”, il ritorno di Chef Ragoo tra le rime del rap e l’approccio del punk.

Novecento” è il titolo del nuovo album del musicista Chef Ragoo, disponibile in tutte le piattaforme digitali a partire dal 20 maggio e pubblicato da Time 2 Rap.

Dopo l’album “La compresenza dei morti e dei viventi” del 2011, il punk-rapper Chef Ragoo ritorna con un’altra esplorazione in musica dei lati più oscuri della mente, che parte da semplici riflessioni sul tempo che scorre fino ad arrivare a una cruda riflessione sulla vita e sulla morte.

Un percorso narrativo che parte dall’interrompersi di una relazione, proietta l’artista nei ricordi del passato, felici o traumatici, lo porta a pensare al tempo che scorre e all’ineluttabilità del senso di sconfitta e lo costringe a confrontarsi con la scomparsa e il suicidio di amici importanti, riflessione che lo conduce a ragionare su una possibile “via d’uscita“. Un tragitto oscuro che viene parzialmente illuminato solo dalla presenza delle scimmie (Ragoo, infatti, ha sviluppato negli anni un singolare rapporto con varie specie di scimmie, dagli scimpanzè agli oranghi e soprattutto con i cercocebi dal collare, rapporto che lui stesso definisce salvifico) e dalle sue scene musicali di riferimento, quella punk e quella rap. Il tutto immerso nell’humus del secolo scorso, il Novecento, a tratti guardato e raccontato con nostalgia, a tratti sezionato con l’occhio clinico di un “chirurgo” della storia recente.

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“Un disco necessariamente doloroso e dolorosamente necessario, –commenta Chef Ragoo-, Novecento è una inusuale versione del rap romano, che si rivolge non solo ai fan dell’hip-Hop ma a un pubblico di fascia d’età più ampia e dai gusti più eclettici”.

Da un punto di vista strettamente musicale, nelle prime fasi di scrittura Chef si è affidato ai beat inusuali di Ugly Shoes (alias Luca Fortino, alias DJ Shot, fratello di DJ Craim, anch’egli presente nel disco con i suoi scratch impeccabili) che si è dimostrato molto ricettivo nella ricerca di soluzioni sonore che assecondassero il mood dei testi. Tanto da arrivare al punto in cui Chef gli racconta come l’influenza che maggiormente ha permeato la scrittura delle liriche derivasse da un classico della tradizione folk americana: l’album “On the Beach” del 1974 di Neil Young. Con Ugly Shoes che in risposta gli cuce su misura un beat che campiona l’omonima canzone di Young, dal quale beat poi nasce la canzone che chiude l’album, “Sulla Spiaggia”, omaggio esplicito al cantautore canadese (che ritroviamo anche citato in altri momenti del disco). Se i beat di Ugly Shoes sono quindi nati in prima battuta da un confronto con il rapper, altri invece sono nati dai campionatori di altri grandi produttori come Little Tony Negri e Ice One in maniera indipendente, e dei due produttori conservano le principali caratteristiche: batterie secche e compatte con sonorità hardcore per Little Tony Negri, certosina cura del taglio dei sample e della melodia (anche grazie all’uso di una chitarra suonata live) per Ice One. In ogni caso nei beat di entrambi sentiamo forte l’influenza dei suoni della golden age del rap newyorkese degli Anni ‘90. Il beat de I Cani, che nei suoni rimanda al primo disco della “band”, è stato invece un regalo di Niccolò Contessa a Chef, suo amico e fan dai primi vagiti del suo progetto solista, il quale però non si è accontentato del beat e ha chiesto al cantante-produttore anche un ritornello per la canzone, alla quale poi si è aggiunta la ciliegina sulla torta della strofa di Danno dei Colle Der Fomento.

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