Klubradio, S&D: “Governo ungherese riduce al silenzio le voci critiche”.

Lo spegnimento del segnale dell’emittente indipendente Klubradio in Ungheria è stato recentemente al centro dell’attenzione del gruppo S&D* al Parlamento europeo. L’ennesimo atto del Governo ungherese verso la riduzione delle voci critiche nel Paese: “Domenica 14 febbraio in Ungheria è stato spento il segnale dell’emittente radio Klubradio, una delle ultime voci libere nel panorama dei media ungheresi – si legge nel testo dell’interrogazione degli eurodeputati del gruppo S&D – A confermarlo è stata una sentenza del tribunale di Budapest che ha respinto il ricorso della testata contro la decisione dell’Autorità dei media nazionale, composta da persone vicine al premier Viktor Orban. La radio era presa di mira da mesi, con un trattamento sfavorevole rispetto ad altre testate meno critiche nei confronti del governo, e la sua diffusione limitata ormai alla sola area di Budapest”.

Brando Benifei
Brando Benifei

Un fatto che ripropone con veemenza l’ingerenza del governo ungherese sulla libertà di stampa e sulla violazione dello Stato di diritto. Sulla questione oggi a nome della Commissione è intervenuta la Vicepresidente Věra Jourová: “La Commissione ha seguito da vicino la situazione riguardante il canale radiofonico ungherese Klubradio, il cui segnale è stato spento nel febbraio 2021, mantenendosi in contatto con le autorità ungheresi al fine di valutare la legittimità (in particolare la proporzionalità) della loro decisione di rifiutare la proroga del diritto di Klubrádio di utilizzare lo spettro a scapito dell’emittente. La Commissione – ricorda Jourovà – è inoltre a conoscenza di una successiva decisione del Consiglio dei media ungherese del 10 marzo 2021 di respingere la nuova domanda di frequenza da parte di Klubrádio e di chiudere la procedura. La decisione è soggetta a ricorso e nel frattempo lo spettro è stato temporaneamente assegnato a un altro operatore”.

LEGGI ANCHE:  Premio Sacharov 2023: vince il movimento “Donna, vita e libertà”.

La Commissione, ricorda la Vicepresidente, In qualità di custode dei trattati, ha espresso in varie occasioni la sua preoccupazione per la situazione in Ungheria: “Il capitolo relativo all’Ungheria nella relazione sullo Stato di diritto del 2020 valuta che l’indipendenza e l’efficacia del Consiglio dei media ungherese e il pluralismo sul mercato dei media sono a rischio, e che gli organi di informazione indipendenti sono soggetti a sistematici atti di ostruzionismo e intimidazione. La Commissione darà seguito a tale analisi nella relazione del 2021, attualmente in preparazione”.

*Brando Benifei (S&D), Pina Picierno (S&D), Massimiliano Smeriglio (S&D), Patrizia Toia (S&D), Paolo De Castro (S&D), Elisabetta Gualmini (S&D), Irene Tinagli (S&D), Alessandra Moretti (S&D), Franco Roberti (S&D), Giuseppe Ferrandino (S&D), Simona Bonafè (S&D), Pierfrancesco Majorino (S&D), Pietro Bartolo (S&D), Giuliano Pisapia (S&D).

LEGGI ANCHE:  Arresto Navalny, Josep Borrell: "Condanna politica inaccettabile".

foto Copyright European Parlaiment source EP 2021, foto Philippe Buissin