PE. Stefania Zambelli: “Uno studio sugli effetti della sigaretta elettronica”.

Cosa sappiamo realmente degli effetti delle sigarette elettroniche sulla nostra salute? In una interrogazione parlamentare dello scorso mese di ottobre, l’eurodeputata del gruppo Identità e Democrazia, Stefania Zambelli, ha chiesto alla Commissione se sarà istituito un comitato medico scientifico che approfondisca lo studio degli effetti sulla salute derivanti dall’uso della sigaretta elettronica, sia nel breve che nel lungo periodo, se sarà introdotta una normativa ad hoc sulle sigarette elettroniche e una conferma sull’organizzazione di future campagne educative e di informazione sugli effetti derivanti dalle ‘e-cigarette’.

Negli ultimi anni l’uso della sigaretta elettronica si è largamente diffuso tra i consumatori, con l’obiettivo di controllare e/o eliminare la dipendenza da nicotina. Diversi studi, però, hanno accertato che il vapore acqueo prodotto dalle sigarette elettroniche contiene sostanze potenzialmente dannose per la salute.

Come ha ribadito l’OMS, le conoscenze scientifiche non sono sufficienti per stabilire con certezza che gli effetti dannosi della sigaretta elettronica sono minori di quelli causati dal tabacco. Inoltre è opportuno ricordare che soltanto il 30% della popolazione mondiale ha accesso ai servizi per smettere di fumare e che, di conseguenza, sono necessari approfondimenti scientifici.

LEGGI ANCHE:  Paesi Bassi, Danilo Oscar Lancini: "In Europa concorrenza fiscale sleale"

Stella KyriakidesOggi la Commissaria alla Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, a nome della Commissione europea, ha più volte richiamato l’attenzione sui rischi per la salute derivanti dall’uso di sigarette elettroniche. La  direttiva  sui  prodotti  del  tabacco  stabilisce le norme relative alla  lavorazione,  alla presentazione e alla vendita  nell’UE dei  prodotti  del  tabacco  e dei prodotti correlati e contribuisce a garantire un livello elevato di protezione della salute, con particolare attenzione ai  giovani. 

L’articolo 20 della  Direttiva 2014/40/UE stabilisce per le sigarette elettroniche un quadro normativo che contiene prescrizioni  in materia  di  sicurezza, qualità, protezione e informazione dei consumatori nonché di raccolta dati. Gli  Stati  membri e la Commissione discutono regolarmente le questioni legate all’uso delle sigarette elettroniche durante le riunioni  con il gruppo di esperti pertinente e il relativo sottogruppo. In particolare l’articolo 20 prevede un limite massimo di concentrazione della  nicotina (20 mg/ml) l’utilizzo di ingredienti di elevata purezza che non presentano, anche se riscaldati, pericoli per la salute umana e il divieto di impiegare determinati additivi nel liquido contenente nicotina. Il limite per i serbatoi e le cartucce è pari a 2 ml, mentre per i contenitori di liquido di ricarica il volume non dovrebbe superare i 10 ml. In aggiunta, i contenitori di  liquido di ricarica e  le sigarette elettroniche devono essere a prova di bambino e di manomissione e devono essere venduti corredati di istruzioni per l’uso e di avvertenze relative alla salute

LEGGI ANCHE:  Rivedere le norme sulle elezioni UE: l'appello del Parlamento europeo per una circoscrizione europea.

La  Commissione  monitora costantemente gli  sviluppi e i dati scientifici relativi alle sigarette elettroniche e ha già richiesto un parere scientifico al comitato scientifico dei rischi sanitari, ambientali ed emergenti (CSRSAE) che esaminerà  anche gli effetti  sulla salute a breve e a lungo termine delle sigarette elettroniche.

In  passato la Commissione ha finanziato campagne per la disassuefazione dal fumo, ma dal 2016 l’attenzione si  è  focalizzata sulle iniziative nazionali, considerate un approccio mirato più idoneo per affrontare tale questione. I servizi di disassuefazione  dal fumo sono generalmente connessi alla lotta al tabagismo, che rientra nella sfera di competenza degli Stati membri.

“La Commissione riferirà – per la Commissaria Kyriakides – in merito all’attuazione della direttiva sui prodotti del tabacco nel 2021”. 

LEGGI ANCHE:  Migrazioni: Il 4,9% della popolazione UE proviene da Paesi terzi.

Foto Diana LeLardic, Parlamento europeo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *