Il vero problema di politica estera dell’UE è la Turchia

La Turchia continua nella sua politica di destabilizzazione e di ricatto all’Unione Europea. Recentemente la repubblica turca ha annunciato che inizierà a rimpatriare i militanti appartenenti al gruppo terroristico dello Stato islamico, IS, nei loro Paesi di origine. Attualmente sono circa 2500 i militanti che Ankara prevede di inviare oltre confine. Di questi circa 813 jihadisti, detenuti in 12 centri di espulsione, saranno rimpatriati nei Paesi dell’Unione Europea.

Ancora, a seguito dell’offensiva militare in Siria, la Turchia ospita ancora 3,6 milioni di rifugiati siriani sul suo territorio. Gli ultimi episodi di politica internazionale nell’area, in particolare l’offensiva militare della Turchia contro le milizie curde in Siria, hanno nuovamente portato la Turchia a minacciare l’Unione, comunicando che saranno ‘aperte le porte’ dei confini nazionali verso l’area euro se Bruxelles dovesse continuare a criticare le offensive militari del Governo di Recep Tayyip Erdogan.

LEGGI ANCHE:  Il Parlamento europeo approva il bilancio UE 2022.

Numeri che hanno portato l’eurodeputato Nuno Melo, del Partito Popolare Europeo, a chiedere all’Alto Rappresentante dell’Unione per la Sicurezza e gli Affari Esteri, in una interrogazione parlamentare dello scorso dicembre, di intervenire per spiegare la posizione dell’Unione verso la Turchia. 

Unione EuropeaMa non è soltanto il rimpatrio dei militanti dello Stato islamico a infiammare le polveri. Recentemente nei rapporti tra UE e Turchia si è aperta anche un’altra questione, la Libia.

Alla luce dell’assenza di una condanna univoca da parte dell’Unione Europea in seguito all’invio di truppe turche in Libia, tutto porterebbe a pensare che, oltre alla confusione generale, sia alta la preoccupazione di Bruxelles verso questo delicato rapporto diplomatico con Ankara. 

LEGGI ANCHE:  Erasmus+, mobilità diminuita del 60% nel 2020 e del 36% nel 2021.

“La Libia – per l’eurodeputato Oliver Chastel di Renew Europe – si trova in una situazione interna estremamente critica e complessa, che ha anche gravi ripercussioni per l’Europa. La normalizzazione della guerra civile è diventata una realtà per i giovani libici. Negli ultimi mesi, sia i civili che i migranti hanno subito un’ondata di violenza e migliaia di persone sono sfollate. La presenza di forze straniere si sta rendendo sempre più presente nella “Battaglia di Tripoli” e questa guerra civile, che ha una dinamica internazionale, potrebbe in ultima analisi avere ripercussioni nel panorama strategico nell’area del Mediterraneo”.

Anche per l’esponente di Renew Europe la posizione dell’UE non è ancora definita: “Qual è la posizione dell’UE nei confronti di questo conflitto? Richiederà la fine di tutte le interferenze straniere, al fine di dare al processo di Berlino la possibilità di contribuire a ristabilire la pace e la stabilità nel paese”?

LEGGI ANCHE:  Economia circolare : entra in vigore la legge sulle batterie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *