Approvazione del Testo unico di Riforma degli Enti locali. Il punto dei consiglieri regionali.
Il Consiglio regionale ha appena concluso l’iter per l’approvazione del Testo unico di Riforma degli Enti locali che, tra i punti principali, istituisce nuovamente le province della Gallura, Sulcis, Ogliastra e Medio Campidano, con la novità della creazione della Città metropolitana di Sassari e l’ampliamento di quella di Cagliari. Tra i primi a commentare l’esito del voto il consigliere leghista e presidente della commissione Autonomia e Riforme Pierluigi Saiu, per il quale si tratterebbe di “una buona riforma, votata da una larga maggioranza e da una parte delle opposizioni. Una riforma che ha coinvolto i sindaci e che restituisce ai territori la propria autonomia organizzativa e amministrativa”.
“È stato un percorso lungo – ricorda Saiu – che dovrà proseguire con il riordino delle funzioni e con il riconoscimento del diritto dei cittadini di scegliere da chi essere governati. Il sistema dei commissari dovrà essere superato quanto prima”.
Una riforma che rappresenta una svolta anche per il consigliere dell’UDC-Cambiamo, Antonello Peru: “È una vittoria di tutti i sardi, una svolta per la Sardegna. L’approvazione definitiva della Riforma degli Enti Locali è il coronamento di un lungo lavoro. Siamo partiti da una forte richiesta che arrivava dal Nord Ovest della Sardegna, per l’istituzione della Città Metropolitana, dalla Gallura, per l’istituzione della Provincia del Nord est, dal Sulcis e dall’Ogliastra, per le omonime Province, e dai comuni del Sud Sardegna che confluiranno nella Città Metropolitana di Cagliari. Oggi – conclude Peru – abbiamo creato i presupposti per aprire una nuova fase che esalti le potenzialità dei singoli territori. È una vittoria di tutti i sardi che avranno un nuovo più equilibrato e più funzionale assetto istituzionale”.
Parere condiviso dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais: “Il Testo unificato di riforma dell’assetto territoriale della Regione, approvato dal Consiglio regionale, è un altro tassello importante per la creazione di una Sardegna moderna, sempre più vicina al cittadino, in cui finalmente tutti i territori dell’isola hanno parità di trattamento. La nuova architettura del nostro territorio avvicina le Istituzioni ai cittadini secondo un principio di federalismo regionale che esalta, e non mortifica, le peculiarità dei territori della Sardegna e pone rimedio ad un errore del passato dando finalmente dignità alla Città metropolitana di Sassari ”.
Una riforma, invece, priva di prospettiva e di insieme per il consigliere del PD Valter Piscedda: “Una riforma utile solo ad assecondare le pur legittime aspettative di alcuni territori, priva tuttavia di una visione di insieme del sistema amministrativo sardo, e soprattutto priva di risorse aggiuntive, fatto questo che renderà la riforma stessa del tutto vana”.
Contrarietà verso la riforma è stata espressa anche dai Riformatori, attraverso il consigliere Aldo Salaris: “Noi Riformatori siamo stati i promotori del referendum per l’abolizione delle province, ed oggi ribadiamo la nostra posizione di contrarietà all’istituzione dei nuovi enti intermedi. Quanto votato oggi in Consiglio regionale non era parte del programma elettorale con cui questa maggioranza si è proposta agli elettori. Continuiamo a credere e sostenere che al centro del sistema non possano che esserci i Comuni, e che andavano trovate altre soluzioni per gestire i servizi di area vasta: sono i Comuni il vero presidio del territorio, il livello istituzionale più prossimo ai cittadini. Nel referendum del maggio 2012 525.651 sardi votarono per abolire le province, è bene ricordarlo!”. Una netta presa di posizione che, di fatto, traccia il solco della distanza del gruppo verso la maggioranza: “Inoltre – aggiungono i Riformatori – siamo preoccupati per l’immagine che questa scelta darà alla Sardegna a livello nazionale, in un momento in cui le regioni speciali sono fortemente sotto attacco”.
Una pessima riforma anche per i Progressisti, come rimarcato dalla consigliera Maria Laura Orrù: “La Pandemia da Covid-19 ha modificato le nostre vite e segnato un brusco rallentamento di un’economia già in crisi e per niente equa. Rincorrere il ritorno alla normalità attraverso la riproposizione di Leggi che guardano al passato è un errore strategico che a mio avviso non possiamo permetterci. Una riforma degli Enti locali necessita, oggi più che mai, di una visione complessiva, una visione d’insieme che parta dell’individuazione dei problemi e che prosegua verso l’elaborazione degli obiettivi da perseguire per la Sardegna e l’elaborazione di azioni concrete capaci di rispondere alle aspettative dei territori e quindi dei cittadini e delle cittadine. Questa riforma – prosegue l’esponente Progressista -non tiene conto di queste priorità, non essendo stata condivisa adeguatamente con i comuni e le forze in campo della nostra società, e con le sfide che ci attendono. È una legge che abbraccia piccoli interessi di parte e rivalse territoriali fini a se stesse, rappresentando un provvedimento privo di un piano riorganizzativo delle risorse, economiche e umane, e con uno scarso riconoscimento delle funzioni da parte degli enti intermedi appena costituiti”.