Territori. Alla scoperta dell’aeroporto militare di Elmas, perla architettonica sulla Laguna di Santa Gilla.

Sulle sponde della Laguna di Santa Gilla poco distante la piana di Santa Caterina, o antico villaggio di villaggio di Semelia i cui primi insediamenti risalgono al 1095, adiacente lo scalo civile, vi è un luogo di immenso pregio storico e architettonico: l’ex Aeroporto militare di Cagliari – Elmas.

Lo scalo ha ospitato per decenni il 30° stormo antisommergibili, confluito poi nel 41° Stormo “Sigonella” dopo la chiusura definitiva del distaccamento avvenuta nel dicembre 2015.

Quello che è successo nel frattempo è storia.

L’ex aeroporto militare di Elmas visto dalla laguna di Santa Gilla. Foto di Marina Federica Patteri

LA STORIA. Correva l’anno 1934 e nel Palazzo dell’Arte di Milano veniva allestita l’Esposizione dell’Aeronautica Italiana,  un evento in cui venivano esaltate le conquiste del volo e l’ideale di forza armata della modernità. Basti pensare che nella mostra furono esposti lo SVA di Gabriele D’Annunzio utilizzato per la spedizione su Vienna e il velivolo con cui Italo Balbo compì la traversata atlantica. Fu proprio in quell’occasione che venne presentato un plastico raffigurante il modello ideale di un aeroporto fascista da realizzarsi nel già attivo idroscalo di Elmas e che, su un piano generale dovuto all’ingegnere ferrarese Giorgio Gandini.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1934 e si completarono l’anno successivo.

LA STRUTTURA. Due torroni cilindrici sovrastano una pensilina su cui si aprono le  grandi ali di aeroplano, antistanti i corpi di guardia, accoglievano allievi e militari, richiamando il culto della macchina del Futurismo che esplode, qui, in tutta la sua grandiosità.  Visitando il sito, attualmente di proprietà della SOGAER, società di gestione del principale scalo isolano, ci si imbatte subito in strutture ed edifici dalle medesime caratteristiche e in linea col gusto dell’epoca, frutto dell’applicazione di un linguaggio architettonico tipico del Movimento Moderno.

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A partire da un gioiello in pieno stile razional-futurista: la Caserma degli Avieri. L’edificio mostra da subito il suo fascino e la sua importanza architettonica. Dal suo atrio ergono quattro elementi che ricordano delle colonne con base cilindrica ma che in realtà altro non sono che dei fasci littori stilizzati. Al suo interno, sfortunatamente non visitabile per ragioni di sicurezza, si erge una rampa elicoidale che un tempo conduceva agli alloggi dei militari e che, per stile, non ha nulla da invidiare alla più nota rampa di Wright del Museo Guggenheim di New York.

La Caserma degli Avieri. Foto di Marina Federica Patteri

Procedendo lungo i viali e addentrandosi nel reticolo di vie, sono tanti gli edifici che hanno ospitato le attività connesse alla vita dei militari: il barbiere, la sartoria, il vecchio cinema, il distributore di carburante, uffici e stabili ormai dismessi quali la centrale elettrica e la stazione radiotelegrafica.

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I viali terminano con la fine della cosiddetta “linea volo” dove degli intatti hangar fanno mostra di sé e sui quali vale la pena soffermarsi ad ammirare il notevole pregio. Il maestoso Hangar Savigliano – Nervi rappresenta ancora oggi una delle strutture più importanti in Europa perché costruito interamente senza l’uso di bulloni, ma solo con saldature secondo un prototipo del 1933. Per i più appassionati le sorprese non finiscono qui: al suo interno, infatti, è presente un modello di Breguet BR-1150 Atlantic, utilizzato dal 30° Stormo di Elmas come velivolo pattugliatore, con oltre 45 anni di attività. Agli occhi dei più attenti non sfuggono, nello spazio antistante l’Hangar, i segni ben visibili dei colpi che l’aeroporto subì durante gli attacchi aerei durante il secondo conflitto mondiale.3. 3.0 4 5

il grande hangar Savigliano – Foto di Marina Federica Patteri
Il viale che corre lungo il perimetro rivierasco della base – Foto di Marina Federica Patteri
Un Breguet BR 1150 – Atlantic, pattugliatore anti sommergibile. Foto di Marina Federica Patteri.

La struttura aeroportuale  nel corso degli anni ha subito diverse modifiche. Come quella, per esempio, subita negli anni settanta dovuta a nuove esigenze di ampliamento dei fabbricati funzionali alle attività militari. È qui che si colloca la costruzione del Bunker S.P.B.F, costruito negli anni ottanta con funzioni antiatomiche nell’ambito della guerra fredda rimasto intatto nella sua struttura a testimonianza di un importante momento storico.

Il bunker antiatomico costruito in piena guerra fredda. Foto di Marina Federica Patteri.

IL VILLAGGIO. Accanto all’aeroporto si trova il complesso residenziale del Villaggio Azzurro, dove è possibile trovare altrettanti elementi di pregio e valore quali la cappella e il circolo ufficiali.

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La prima è dedicata alla Madonna di Loreto, patrona degli aeronauti. La Chiesa non è visitabile per ragioni di sicurezza e si presenta spogliata dei suoi arredi.

Il Circolo ufficiali, immerso in un viale alberato, si affaccia sulla Laguna di Santa Gilla e si presenta come un elegante edificio dall’indubbio pregio architettonico.

Il pregevole Circolo degli Ufficiali. Foto di Marina Federica Patteri.

La visita all’Aeroporto Militare di Elmas termina qui. A fare da sfondo la bellezza delle rive lagunari su cui l’aeroporto si è sviluppato, i silenzi interrotti dal vociare di qualche specie acquatica che timidamente si avvicina alle vecchie banchine e i rumori, in lontananza, dei motori delle barchette dei pescatori lagunari che praticano l’attività di pesca.

Se la struttura si è conservata intatta fino ai giorni nostri lo si deve all’Aeronautica Militare che è stata presente fino al 2015 con un proprio distaccamento aeroportuale. Una preziosa eredità giunta quasi intatta ai giorni nostri.

L’imponente palazzo del commando della base. Foto di Foto di Marina Federica Patteri.

Marina Federica Patteri

Fotocredits Marina Federica Patteri