L’Ungheria è un Paese sempre più omofobo?

In Ungheria, l’ufficio governativo della regione di Pest ha inflitto un’ammenda alla Coca-Cola per aver lanciato, ad agosto del 2019, una campagna con l’impiego di cartelloni pubblicitari intitolata #loveislove. I cartelloni, affissi nelle città in occasione dello Zsiget 2019, uno dei più famosi festival musicali svoltosi a Budapest lo scorso mese di agosto, riportavano immagini di coppie eterosessuali e omosessuali indicando il messaggio ‘Ognuno ha il diritto all’amore’.

L’ufficio governativo ungherese ha giustificato la propria decisione facendo riferimento a una sezione della legge ungherese sulla pubblicità che vieta la pubblicità che “nuoce allo sviluppo fisico, mentale, emotivo e morale dei bambini e dei minori”. István Boldog, membro del partito FIDESZ e dell’Assemblea nazionale ungherese, ha anche chiesto un boicottaggio pubblico della Coca-Cola, in risposta alla sua campagna, agitando la polemica nel Paese.

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Un nutrito gruppo di 30 eurodeputati, tra cui gli italiani Pina Picierno e Brando Benifei, in risposta alla controversia creatasi in Ungheria, ha chiesto alla Commissione, attraverso una interrogazione parlamentare, quali azioni saranno intraprese per impedire al governo ungherese di commettere violazioni del diritto dell’UE, basate su motivazioni politiche e consapevoli, con l’obiettivo di diffondere l’omofobia e l’odio nei confronti delle minoranze, in particolare verso la comunità LGBTI. 

Nell’atto parlamentare, ancora, è stato chiesto il parere della Commissione sulla decisione dell’ufficio governativo, che, per i proponenti, viola il principio fondamentale dell’UE di non discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, di cui all’articolo 2 del TUE, all’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali e alla legislazione sul mercato unico.

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