Corrado Augias vittima (inconsapevole) di phishing.
Il phishing è una truffa che consiste nell’invio di finte mail, a nome di banche o uffici pubblici, con cui si comunica ai destinatari la ricezione di una somma di denaro per ottenere la quale devono inserire dati personali come la password del proprio conto o un numero di carta di credito. Tali dati vengono poi utilizzati dai truffatori per depredare i risparmi dei malcapitati o accedere a loro informazioni personali.
Vittima illustre di questa truffa ormai conosciutissima è stato Corrado Augias il quale, non solo non si è reso conto del raggiro, ma ne ha addirittura parlato nella rubrica che cura per il quotidiano “La Repubblica”, citandolo come esempio di cattiva amministrazione. Ne da conto la pagina facebook Christian Raimo che per prima si è resa conto del clamoroso sfondone.
Rispondendo a una lettrice vittima della mala burocrazia italiana, l’austero e autocompiaciuto Augias racconta di aver ricevuto una mail dall’ENEL nella quale gli si comunicava l’invio di un rimborso di 92€. Ci informa che dopo aver cliccato sul link indicato nella mail per poter ottenere la somma, ha dovuto reimpostare il numero di cellulare, lo username e la password. Dopo aver compiuto l’operazione, Augias ci dice che nulla è successo salvo l’apparizione di una scritta per metà in inglese. La cosa, lungi dal far sorgere in lui il sospetto di un’operazione irregolare, gli da spunto per uno dei suoi consueti rimbrotti sulle altrui ignoranze linguistiche.
Il racconto della peripezia telematica tra Augias e quella che lui crede essere l’ENEL si estende poi alla lamentela per il fatto che i lampioni del quartiere Flaminio, dove lui vive, rimangano accesi notte e giorno.
La testimonianza si conclude con l’immancabile condanna dei mali della società italiana e relativo quesito esistenziale: << operatori che non operano, capi reparto che non sorvegliano, dirigenti che non dirigono. Che cosa dicono questi segnali?>>.
Caro Professore, noi una risposta l’avremmo: la sua testimonianza ci dice che nel quotidiano per cui scrive i capiredattori non redigono e i correttori di bozze non correggono.