Convenzione per i diritti dell’infanzia. Intervista al Garante Grazia Maria De Matteis

Grazia Maria De Matteis20 novembre 2019. Oggi ricorrono i 30 anni dall’approvazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, atto approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel lontano 1989 per proteggere i diritti dei bambini e degli adolescenti. Una convenzione che ha rappresentato e rappresenta, ancora oggi, un punto d’ispirazione e di riflessione circa il rispetto e la tutela dei giovani nelle società contemporanee. 

Nel corso del 2019, nella Regione Sardegna, ci sono stati numerosi casi di cronaca legati ai minori e la ricorrenza dei 30 anni dall’approvazione della Convenzione ONU richiede un’intervento qualificato per conoscere lo stato della tutela dei diritti nell’Isola.

Per comprendere meglio il valore della Convenzione e avviare una riflessione a tutto tondo sugli sviluppi futuri, riceviamo il contributo da parte dell’avvocato Grazia Maria De Matteis, Garante per l’infanzia e l’adolescenza in Sardegna. Un contributo importante per riflettere sulla tutela dei diritti dei giovani nella nostra isola.

Avv. De Matteis, di cosa di occupa il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Sardegna? 

Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza opera per garantire il rispetto dei diritti del minore nel suo superiore interesse con compiti di vigilanza, ascolto, segnalazione, promozione, partecipazione attraverso interventi presso le Amministrazioni Pubbliche e le Autorità Giudiziarie. Ancora promuovere iniziative volte a sensibilizzare e supportare verso la formazione di una cultura della tutela del minore.

Che tipo di segnalazioni riceve il Garante?

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La maggior parte delle segnalazioni attengono a problematiche relative alla genitorialita, all’ abbandono scolastico, alla violazione dei diritti del minore in ambito scolastico, come in ambito sanitario, ovvero a problematiche legate a rapporti di soppraffazione inter pares realizzate in ambito scolastico o fuori da esso anche attraverso lo strumento informatico.

Secondo lei è conosciuta l’esistenza della figura del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza nella nostra comunità locale?

Direi ancora poco, anche se, in accordo con la dirigenza scolastica regionale, abbiamo avviato un progetto di sensibilizzazione nelle scuole volto a far conoscere la figura del Garante e i suoi compiti di tutela.

Oggi ricorrono i 30 anni dall’approvazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Secondo lei la Convenzione richiede di essere aggiornata?

La Convezione contiene in sè i presupposti per un suo maggior adattamento alla mutata realtà sociale. Un arricchimento della stessa rivolto alla tutela dei minori di fronte alle nuove tecnologie informatiche e alla mutata composizione familiare sarebbe auspicabile.

Ritiene che gli obblighi nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza, previsti nella Convenzione, siano rispettati appieno nel nostro ordinamento?

In linea teorica direi di si, specie tenendo conto dei principi sanciti dalla nostra Costituzione, nella pratica, c’è ancora tanto da fare per superare il divario e le diseguaglianze in termini di povertà e quindi in termini di promozione allo studio, accesso ad attività collaterali alla scuola, asili nido, sostegno alla genitorialita ed alla maternità.

Pensando alle 4 grandi categorie degli articoli della Convenzione (principio di non discriminazione, superiore interesse del bambino, diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo, ascolto delle opinioni del bambino) ritiene che i diritti siano sostanzialmente sanciti per tutti i minori senza distinzione di sesso e nazionalità nel nostro Paese?

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Le norme a garanzia di tali principi esistono ma non sempre vengono rispettate allo stesso modo in tutto il nostro Paese, per via di carenze strutturali, culturali e di mezzi.

Ricorda un caso dove l’interesse superiore del bambino non sia stato considerato preminente in un provvedimento giuridico?

Per quanto mi è stato dato di conoscere al di là di alcune lamentele, ho potuto sempre verificare la correttezza delle procedure adottate a tutela del minore, salvo qualche appesantimento delle stesse legato ai tempi della burocrazia e della giustizia.

Dove gli Stati europei devono migliorare per assicurare non solo il diritto alla vita ma anche la sopravvivenza e lo sviluppo del bambino e dell’adolescente?

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Purtroppo non in tutti i Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione, tali diritti vengono assicurati; si pensi a tutto il terzo mondo dove il lavoro minorile esiste ancora e ai Paesi in cui le guerre vedono bambini sacrificati se non impiegati nella stessa guerra.

In base alla sua percezione e alle segnalazioni inviate all’ufficio del Garante, c’è rispetto diffuso tra i grandi per l’ascolto delle opinioni dei bambini e degli adolescenti?

L’ascolto del minore è un principio fondamentale della Convenzione e per quanto riguarda i Paesi europei, trova in linea di massima rispetto in ambito giudiziario. Forse c’è meno in ambito sociale e familiare.

Quali criticità, legate all’infanzia e all’adolescenza, sono preminenti nella nostra isola?

Innanzitutto l’abbandono scolastico, la bassa natalità, la povertà educativa legata al disagio socioeconomico e a carenze strutturali, come i trasporti, l’inadeguatezza delle scuole e un sovraccarico del sistema socioassistenziale.

Oggi vengono celebrati i 30 anni dall’approvazione della Convenzione. Cosa auspica per il futuro dei bambini e degli adolescenti?

Che sia rispettato il loro diritto al gioco, ossia assicurato il rispetto di una età da vivere con leggerezza e con il sogno, per la realizzazione di un futuro migliore.

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