Stop agli arresti arbitrari degli attivisti LGBTIQ+ in Polonia.
Lo scorso 7 agosto, 50 persone nella capitale Varsavia, colpevoli di protestare contro la ‘detenzione preventiva’ dell’attivitsta LGBTQI+, Margot Szutowic, venivano arrestate dalla polizia polacca. Una vicenda ricordata nell’interrogazione dei deputati europei Brando Benifei (S&D) e Fabio Massimo Castaldo del gruppo dei Non Iscritti, come “l’ultimo atto di una serie di arresti indiscriminati a danno di attivisti per i diritti LGBTQI+ per azioni di protesta pacifica sulla base dell’articolo 196 del codice penale polacco”.
Recentemente lo stesso Parlamento europeo, attraverso una risoluzione approvata con un’ampia maggioranza, ha chiesto di collegare lo stanziamento dei fondi europei alla tutela dello Stato di diritto nei Paesi UE e, contestualmente, alla salvaguardia delle libertà fondamentali.
Ieri, in risposta all’interrogazione dei due eurodeputati italiani, è intervenuta la Commissaria europea all’Uguaglianza, Helena Dalli: “La Commissione condanna qualsiasi forma di discriminazione, violenza e odio nei confronti di persone e attivisti lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e/o di genere variante (LGBTQI+)”.
“Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo – ha proseguito la Dalli – la libertà di espressione costituisce uno dei fondamenti essenziali delle società democratiche. La Commissione continuerà a monitorare la situazione in Polonia e a garantire che, nell’attuazione del diritto dell’UE, sia pienamente rispettato il principio di non discriminazione”.
Proprio sulla tutela dei diritti LGBTIQ+ la Commissione, lo scorso 12 novembre 2020, ha adottato “un’apposita strategia”, come dichiarato dall’esponente della Commissione von der Leyen che, nel contempo, ha espresso preoccupazione per la situazione nello Stato polacco: ” La Commissione ritiene che in Polonia esista un evidente rischio di grave violazione dello Stato di diritto. Abbiamo ancora molta strada da fare prima di realizzare la piena inclusione e l’accettazione che le persone LGBTIQ meritano. Insieme agli Stati membri, confido che possiamo fare dell’Europa un luogo migliore e più sicuro per tutti. A tale riguardo la strategia invita gli Stati membri che non dispongono di strategie nazionali a favore dell’uguaglianza delle persone LGBTIQ ad adottarne una che tenga conto delle esigenze specifiche in materia di uguaglianza delle persone LGBTIQ all’interno del loro Paese”.
Una strategia, basata sull’elenco di azioni per far progredire l’uguaglianza delle persone LGBTI, che definisce una serie di azioni mirate per i prossimi 5 anni, tra le quali l’estensione dell’elenco dei reati dell’UE ai crimini d’odio, compreso l’incitamento all’odio omofobico, e di presentare una normativa sul riconoscimento reciproco della genitorialità in situazioni transfrontaliere, ricollegandosi ad altri quadri strategici e piani della Commissione, tra cui il piano d’azione dell’UE contro il razzismo 2020-2025, la strategia per i diritti delle vittime e la strategia per la parità di genere.