Uniss: un nuovo protocollo d’intesa per l’istruzione in carcere.

Trasformare una criticità in un’opportunità. Così ha interpretato la crisi pandemica in corso lo staff del Polo Universitario Penitenziario (PUP) dell’Università di Sassari che da marzo 2020 ha lavorato senza sosta non solo per alleggerire i disagi degli studenti iscritti all’Università di Sassari detenuti negli Istituti Penitenziari di Alghero, Nuoro, Sassari e Tempio Pausania; grazie a una fitta rete di relazioni, è stato possibile siglare un nuovo protocollo d’intesa per il triennio 2020-23 e realizzare un progetto di informatizzazione delle aule universitarie penitenziarie unico in Italia.

In base al nuovo protocollo d’intesa, aderiscono a un patto istituzionale per il diritto allo studio universitario delle persone che abbiano limitazioni della libertà personale non solo l’Università di Sassari e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP) – già firmatari dell’edizione 2014-20, – ma anche l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) e il Centro per la Giustizia Minorile (CGM). 

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L’innesto dei due nuovi enti permetterà di offrire maggiori servizi e tutele alle persone che scontano la pena all’esterno degli istituti penitenziari e ai giovani fino a 25 anni di età che abbiano commesso reati da minorenni.

“Abbiamo lavorato continuamente per mesi per realizzare un network tra istituzioni che non ha eguali in Italia – dice il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria Maurizio Veneziano – e che ha ricevuto molto apprezzamento dal Ministero della Giustizia come progetto pilota a livello nazionale”. Concetto ribadito dal Rettore dell’Università di Sassari, Massimo Carpinelli: “Lasciamo al prossimo governo di ateneo un Polo Universitario Penitenziario in ottima salute, con un protocollo moderno, multilaterale e inclusivo”.

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Come confermato da Emanuele Farris, coordinatore del PUP Uniss “il nostro PUP, con quasi 70 studenti (di cui il 61% in alta sicurezza, l’8,5% al 41bis e il 30,5% in media sicurezza) è il quarto in Italia per numeri assoluti, ma il primo per incidenza sulla popolazione detenuta: negli istituti penitenziari dove opera il PUP Uniss studia all’Università il 5,4% della popolazione detenuta, contro una media nazionale dell’1,4%. Nell’ultimo anno accademico 2019-20 abbiamo avuto un incremento del +61% di studenti rispetto al triennio precedente. Abbiamo ridotto di 3,5 volte il numero di studenti che non riescono a dare esami, portandolo quasi a zero, e più che raddoppiato il numero di studenti meritevoli”.

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Una buona pratica confermata anche dalla direttrice dell’UIEPE (Uffici interdistrettuali esecuzione penale esterna) di Cagliari, Antonella Di Spena: “Auspico l’estensione di questa utile iniziativa a tutte le persone in esecuzione penale esterna del territorio sardo e, in particolare, ai detenuti domiciliari che potranno essere impegnati in validi percorsi trattamentali, di indubbia valenza risocializzante”.