Renovation wave for Europe: la nuova strategia della Commissione europea per la riduzione della povertà energetica.

“Lanciare la nuova Bauhaus europea per coltivare una nuova estetica che coniughi prestazioni e inventiva”. Con queste parole la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’avvio della strategia Renovarion wave for Europe, la strategia per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Attraverso questo nuovo programma la Commissione punta a raddoppiare i tassi di ristrutturazione nei prossimi dieci anni per ridurre il consumo di energia e risorse negli edifici, con l’obiettivo di diminuire le emissioni di gas serra rilasciate in Europa, e intensificare il riciclaggio dei materiali.

La crisi della Covid-19 ha fatto emergere prepotentemente l’importanza degli edifici nella nostra vita quotidiana, palesandone anche i punti deboli. Durante la pandemia la casa è stata il centro della vita quotidiana di milioni di europei: un ufficio per i telelavoratori, un asilo o un’aula provvisori per i bambini, un luogo di acquisti o intrattenimento online per molti.

La strategia darà priorità a tre settori: decarbonizzazione del riscaldamento e del raffrescamento; lotta alla povertà e all’inefficienza energetiche; ristrutturazione di edifici pubblici quali scuole, ospedali e uffici, proponendo di eliminare gli ostacoli esistenti lungo la catena di ristrutturazione — dalla concezione del progetto al suo finanziamento fino al completamento dei lavori — con una serie di misure politiche, strumenti di finanziamento e dispositivi di assistenza tecnica.

Secondo le prime previsioni della Commissione, entro il 2030 potrebbero essere ristrutturati 35 milioni di edifici e creati fino a 160000 nuovi posti di lavoro verdi nel settore edile.

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“Gli edifici – fanno sapere dalla Commissione – consumano circa il 40% dell’energia e rilasciano il 36% delle emissioni di gas serra dell’UE, ma ogni anno solo l’1% è sottoposto a lavori di ristrutturazione a fini di efficientamento energetico: è perciò indispensabile mettere in campo interventi efficaci per rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050“.

Per abbattere le emissioni di almeno 55 % entro il 2030, come proposto dalla Commissione nel settembre 2020, l’UE deve ridurre le emissioni di gas serra degli edifici del 60 %, il loro consumo energetico del 14 % e il consumo energetico per riscaldamento e raffrescamento del 18 %.

Considerato che quasi 34 milioni di europei non possono permettersi di riscaldare adeguatamente le loro abitazioni, le politiche pubbliche che promuovono l’efficienza energetica mediante la ristrutturazione sono anche una risposta alla povertà energetica, un sostegno alla salute e al benessere delle persone vulnerabili e un aiuto a ridurre le bollette dell’energia.

Per il Vicepresidente esecutivo responsabile del Green Deal, Frans Timmermans “l’ondata di ristrutturazioni migliorerà i luoghi in cui lavoriamo, viviamo e studiamo, riducendo nel contempo il nostro impatto sull’ambiente e creando posti di lavoro per migliaia di europei. Vogliamo che in Europa tutti possano illuminare la propria casa, riscaldarla o raffrescarla senza rovinarsi né rovinare il pianeta. Se vogliamo ricostruire meglio servono costruzioni migliori”.

Parere condiviso dalla Commissaria per l’Energia Kadri Simson: “La ripresa verde comincia da casa. Con questa iniziativa affronteremo i numerosi ostacoli che oggi rendono la ristrutturazione complessa, costosa e lenta, frenando molti interventi necessari. Proporremo modi migliori per misurare i benefici della ristrutturazione, standard minimi di prestazione energetica, finanziamenti UE più consistenti e maggiore assistenza tecnica, incoraggeremo i mutui verdi e sosterremo l’aumento della quota di rinnovabili nel riscaldamento e nel raffrescamento: tutti elementi che creeranno un nuovo contesto per i proprietari di abitazioni, i locatari e le autorità pubbliche.

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Tra le azioni principali della strategia si prevede di rafforzare le norme, gli standard e le informazioni sulle prestazioni energetiche degli edifici per fornire al settore pubblico e privato un incentivo più forte a ristrutturare, anche introducendo gradualmente standard minimi obbligatori di prestazione energetica per gli edifici esistenti, aggiornando le norme per gli attestati di prestazione energetica ed estendendo eventualmente gli obblighi di ristrutturazione del settore pubblico.

Unione Europea
Unione Europea

Investire negli edifici può dare quell’impulso necessario al settore delle costruzioni e alla macroeconomia, creando posti di lavoro e investimenti spesso radicati in catene di approvvigionamento locali, generando, inoltre, una domanda di attrezzature ad alta efficienza energetica, aumentando, così, la resilienza al clima e apportando valore a lungo termine ai beni immobili.

Ancora, assicurare l’accesso a finanziamenti mirati, in particolare attraverso le iniziative faro “Renovate” e “Power Up” del dispositivo per la ripresa e la resilienza nel quadro di NextGenerationEU, semplificare le regole per combinare vari flussi di finanziamento e offrire molteplici incentivi per i finanziamenti privati.

Inoltre, la strategia prevede di aumentare le capacità necessarie a preparare e attuare i progetti di ristrutturazione, dall’assistenza tecnica prestata alle autorità nazionali e locali alla formazione e allo sviluppo di competenze per chi occuperà i nuovi posti di lavoro verdi.

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Un piano strategico che mira ad espandere il mercato dei prodotti e dei servizi sostenibili da costruzione, anche integrando nuovi materiali e soluzioni basate sulla natura e rivedendo la legislazione sulla commercializzazione dei prodotti da costruzione e gli obiettivi di riutilizzo e recupero dei materiali;

Dopo il lancio della nuova strategia, la Commissione riesaminerà la direttiva sulle rinnovabili nel giugno 2021 valutando se rafforzare l’obiettivo di riscaldamento e raffrescamento da fonti rinnovabili e introdurre un livello minimo di energia rinnovabile per gli edifici. L’Esecutivo von der Leyen, inoltre, ha comunicato che riesaminerà il modo in cui le risorse del bilancio dell’UE, insieme alle entrate del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS), potrebbero essere utilizzate per finanziare i regimi nazionali di efficienza e risparmio energetici rivolti alle famiglie a basso reddito.

“Le politiche e i finanziamenti europei – confermano dalla Commissione – hanno già prodotto effetti positivi sull’efficienza energetica dei nuovi edifici, che oggi consumano solo la metà dell’energia di quelli costruiti più di 20 anni fa; l’85% degli edifici dell’UE ha però più di 20 anni e l’85-95% saranno verosimilmente ancora in uso nel 2050, ragion per cui l’ondata di ristrutturazioni è necessaria per adeguarli agli standard odierni”.

foto Parlamento europeo