Diritto alla salute, Rossella Pinna: “Quale diritto alla salute è garantito alle cittadine e ai cittadini sardi in tempi di Covid-19?”.

“Che fine ha fatto il diritto di accesso alle indagini diagnostiche di laboratorio, strumentali e di specialistica convenzionata in particolare degli esenti ticket? Dove sono finiti i Livelli Essenziali di Assistenza per l’accesso universalistico alle cure? Dove è, se c’è, il finanziamento di venti milioni di euro, sbandierato nei comunicati stampa dall’assessore, per lo smaltimento delle liste d’attesa, cresciute a dismisura in seguito alla sospensione delle attività ordinarie delle strutture pubbliche per l’emergenza Covid-19 ? Quali i provvedimenti previsti per consentire alle stesse strutture di smaltire le visite già prenotate e rinviate sine die durante l’estate?”.

Questi gli argomenti al centro dell’interrogazione, prima firmataria Rossella Pinna e sottoscritta dall’intero gruppo democratico in consiglio regionale, rivolta al Presidente Solinas e all’Assessore alla sanità, Mario Nieddu, alla luce delle recenti denunce da parte delle associazioni dei pazienti, del Tribunale del malato e dall’annuncio dato dalle associazioni della sanità privata convenzionata, della sospensione, fin da settembre, delle prestazioni esenti ticket per l’esaurimento del budget a disposizione per il 2020.

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“In un autunno che si preannuncia critico per la ripresa dei contagi di una pandemia che ha messo a ad altissimo rischio la salute dei sardi – afferma la consigliera Dem- chiediamo che non si perda ulteriore tempo in vacui proclami e si provveda a finanziare quanto necessario a garantire le prestazioni sanitarie ai soggetti bisognosi di maggior tutela, per recuperare la domanda assistenziale non soddisfatta durante l’emergenza pandemica, per abbattere le liste d’attesa e rispondere in maniera efficace alle legittime aspettative degli utenti, garantendo così il diritto alla salute e alla continuità di cura dei sardi, che venga messa la parola fine alle disparità di accesso alle cure tra chi può rivolgersi al privato e chi è costretto ad attendere, se non anche a rinunciare a curarsi, con gravi ripercussioni sul livello di salute delle persone, delle comunità e sulle diseguaglianze sociali”.

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