73200 euro per un convegno “di lusso”. M5S: “Schiaffo a tutti i pazienti sardi.
Possono essere giustificabili 73200 euro per 48 ore di convegno a Porto Cervo? A domandarselo ieri i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, firmatari di un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore della Sanità, Carlo Doria per chiedere lumi circa l’opportunità della spesa per l’organizzazione dell’evento formativo.
“In un momento in cui la sanità sarda è allo sfascio – osservano i consiglieri M5S– la Regione spende decine di migliaia di euro per un evento che sembra non inserirsi tra le categorie di spesa previste nell’ambito del Piano Formativo Aziendale dell’ARES Sardegna approvato con deliberazione del Direttore generale ARES n. 296 del 23 dicembre 2022. Come se non bastasse – aggiungono – il convegno “riservato” ad ospiti eccellenti in una location esclusiva, suona come uno schiaffo a tutti i pazienti sardi alle prese con liste di attesa infinite e a tutti i Comuni sardi privi di medici di base, in quanto il tema della discussione è proprio “Lo sviluppo delle cure primarie e dell’integrazione socio-sanitaria nelle aree interne e isole minori”.
“Per l’evento – concludono i consiglieri – che si terrà il 20 e 21 ottobre prossimi è prevista la spesa nel dettaglio di 4mila euro di segreteria organizzativa; 27mila euro di logistica (comprensiva di viaggi, pernottamento e vitto); 12mila euro per l’esecuzione degli interventi formativi presso Cervo Hotel Costa Smeralda Resort; 4mila euro per la fornitura del materiale didattico (slide e atti congressuali); 8mila euro per l’esecuzione e correzione dei testi di verifica da mantenere agli atti per ottenere il certificato di partecipazione; 5mila euro per il rilascio della documentazione di avvenuta formazione in formato digitale”.
Un incontro importante, invece, è quello che ha rappresentato l’evento per l’assessore reegionale alla Sanità, Carlo Doria: “Due giornate di lavoro importanti dove ci confrontiamo con gli stakeholder nazionali che hanno partecipato a scrivere il decreto ministeriale 77 (DM77), ovvero la riforma territoriale della sanità che passa così da una concezione ‘ospedalocentrica’ a un modello di ‘vasi comunicanti’, ospedale-territorio, che virtuosamente devono trovare un equilibrio. Dove il territorio non funziona c’è un sovraccarico degli ospedali. Lo vediamo nei pronto soccorso di tutta Italia, presi d’assalto e in affanno. Una situazione che determina anche un disamoramento della classe medica e di tutti gli operatori sanitari, che pur sottopagati rispetto ad altre realtà europee, hanno anche un carico di lavoro maggiore. È quindi necessario applicare al meglio ciò che è previsto nella nuova riforma per poter razionalizzare il sistema e renderlo più efficiente”.
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