50 ordinanze di custodia cautelare per reati connessi all’indebito rilascio del Greenpass.

La Polizia di Stato, oggi, ha eseguito in numerose province italiane 50 ordinanze di custodia cautelare per reati connessi all’indebito rilascio del Greenpass. Tra i reati contestati corruzione, falso ideologico e peculato.

Tra i casi più eclatanti, l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di un infermiere professionale addetto alle vaccinazioni presso un centro vaccinale di Ancona e la misura degli arresti  domiciliari nei confronti di quattro soggetti ritenuti intermediari nei fatti corruttivi e nel rilascio indebito del green pass.

Da quanto ricostruito grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza, l’infermiere professionale anziché inoculare il siero vaccinale ai pazienti – in favore dei quali venivano successivamente rilasciati certificati falsamente attestanti la pratica della vaccinazione – lo rendeva inservibile, disperdendolo nel cestino dei rifiuti e all’interno del contenitore agobox.

LEGGI ANCHE:  Politiche giovanili: lunedi allo Spazio giovani l'incontro "Esplorando l'Europa".

Con riferimento ai soggetti intermediari, è emerso che costoro (capaci di diffondere, nei rispettivi ambiti di lavoro e di conoscenze, le possibilità offerte, dietro compenso, dal predetto infermiere), erano divenuti punti di riferimento di una pluralità di persone interessate ad ottenere la “certificazione verde anti-SARS-CoV-2” senza sottoporsi a vaccinazione, percependo alcuni di essi, a titolo di mediazione, una parte di quanto corrisposto dai soggetti non vaccinati corruttori, e fungendo da strumento di indispensabile tramite con l’infermiere il quale, nella maggiore parte dei casi, non aveva conoscenza diretta dei soggetti nei cui confronti sarebbe stata praticata la simulata vaccinazione.

Sono state, inoltre, eseguite ventiquattro perquisizioni personali e locali ed è stato disposto il sequestro preventivo del profitto dei reati contestati, circa 18.000 euro.

LEGGI ANCHE:  Truffe romantiche: la Polizia di Stato scopre una rete social.