Ministero degli Affari Esteri della Repubblica d’Armenia: “L’Azerbaigian bombarda la capitale armena in Nagorno-Karabakh”.

Non conosce sosta la controversia internazionale che vede l’Azerbaigian insistere per riconquistare la sua integrità territoriale e l’Armenia difendere gli interessi dell’autoproclamata repubblica.

Lo scorso luglio si erano già verificati scontri nell’area che separa la regione azera di Tovuz dalla provincia armena di Tavush, vicino alla Georgia, a diverse centinaia di chilometri dal Nagorno-Karabakh.

Oggi, invece, il ministero della Difesa armeno, tramite il suo portavoce Shushan Stepnyan, ha dichiarato che questa mattina sono stati abbattuti due elicotteri azeri e un drone, nel corso dell’attacco dell’Azerbaijan nella Repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh).

Operazione militare commentata anche dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica d’Armenia: “Stamani l’Azerbaigian ha lanciato attacchi missilistici lungo l’intera linea di contatto prendendo di mira anche le località civili, compresa la capitale Stepanakert. Condanniamo fermamente l’aggressione della leadership politico-militare dell’Azerbaijan contro la Repubblica di Artsakh. Le parti armene agiranno con determinazione usando tutte le loro capacità per garantire la sicurezza del popolo dell’Artsakh e per dare un’adeguata risposta militare e politica. Tutta la responsabilità per le conseguenze dell’aggressione scatenata dall’Azerbaijan ricade sulla leadership politico-militare dell’Azerbaijan”.

LEGGI ANCHE:  Il Presidente dell'Azerbaigian ha visitato i territori nei distretti di Fizuli e Khojavend, dando avvio ai numerosi progetti di ricostruzione.

“L’Azerbaigian – ha comunicato la presidenza del Karabakh – ha iniziato a «bombardare» la linea di confine e obiettivi civili, inclusa la città principale della regione, Stepanakert”. Nell’occasione il presidente del Nagorno Karabakh, Araik Harutyunyan, in una riunione d’emergenza del Parlamento, ha proclamato la legge marziale e annunciato una mobilitazione militare totale dopo gli aspri scontri al confine con l’esercito dell’Azerbaigian.

Foto di Makalu da Pixabay